Sapore delicato, anche quando è deciso. La consistenza sostenuta, espressione di freschezza inconfondibile. Un profumo morbido, rotondo, come l’approccio al palato, sono espressioni di garanzia qualitativa.
Il Caviale: una leggenda… per tanti ma non per tutti…
Caviale deriva da Khaviar o Caviar, una parola turca che nel linguaggio locale degli abitanti sulla sponda iraniana del Mar Caspio si riferisce alle uova di 3 specie di storioni che vivono all’interno di questo mare: Beluga, Asetra e Sevruga. Per le uova delle altre specie viene usato il termine “Eshpel”. A partire dal XVII secolo la più straordinaria squisitezza del Mar Caspio divenne la leccornia prediletta dall’aristocrazia russa. Tali famiglie nobili, per fuggire dal rigido freddo della madre patria erano solite trascorrere le loro vacanze invernali in Francia, e proprio lì iniziarono a far conoscere questo prelibato cibo alla nobiltà europea. Ma fu dopo la Rivoluzione d’Ottobre che i ricchi aristocratici russi emigrati trasmisero a tal punto la passione per tale cibo dal farlo divenire da una semplice “curiosità”, una vera e propria moda fino ad entrare a far parte della cultura culinaria europea. Fino agli anni 50 il commercio del caviale fu esclusivamente monopolio russo. Solo in seguito, il pilota personale dello Shah, un americano di nome Finsun che godeva di particolari attenzioni da parte della famiglia reale, riesce ad ottenere l’esclusiva del caviale iraniano e ad esportare anche in America la fama di tali uova. In seguito alla Rivoluzione Islamica ed al boicottaggio da parte delle autorità USA, si rompe il rapporto d’esclusiva con l’America a favore di europei e giapponesi. Gli europei cominciano ad osservare la differenza di qualità tra il caviale russo e quello iraniano. Soprattutto in Francia e Svizzera s’inizia ad apprezzare il caviale Garabrun, conosciuto anche come “Asetra Royal“, prodotto dallo storione Acipenser Persicus. Da allora, se pur raro e preziosissimo, anche in Europa non ci fu pranzo di gala o ricevimento di stato, cerimonia di incoronazione o festa principesca che non fosse allietata da quelle ineffabili uova di storione iraniane meritorie di offrire le eccezionali gioie del palato.